martedì 8 ottobre 2013

Negozi aperti la domenica, i pro e i contro Una cosa da sapere oggi: negozi aperti la domenica


Fare la spesa in un qualsiasi giorno da lunedì a domenica, fare shopping anche la sera. Un’opportunità per i clienti oppure solo un ulteriore impegno dei commercianti che porta loro solo più spese? Opinioni contrapposte da tempo in Italia e di cui ora si discute anche in Europa a partire da un caso francese…

Cosa è successo a Parigi?
 

In Francia è stato ribadito l’obbligo del riposo domenicale secondo quanto stabilito da una legge del 1906. Nel 2009 un provvedimento aveva concesso deroghe alla discrezione di sindaci e prefetti, ma non in tutta Parigi per esempio. Ora una sentenza obbliga alla chiusura domenicale ed entro le 21 la sera magazzini che si trovano in zone dove non sono in vigore deroghe. Nonostante la multa da 120mila euro due catene hanno tenuto i negozi aperti. I dipendenti di molti negozi non disdegnano i 200 euro che arrivano in più a fine mese se lavorano la domenica e ci sono anche lavoratori del solo fine settimana. La Cgt, la Cgil francese, segnala come vero problema i salari troppo bassi che obbligano a lavorare in orari straordinari. Entro novembre l'ex presidente del gruppo La Poste, Jean-Paul Bailly, dovrà presentare le proposte di modifica alle norme attuali.

Cosa succede negli altri paesi europei?
 

In Gran Bretagna nei giorni feriali non ci sono limitazioni di orari, nei festivi si diversifica fra negozi piccoli e grandi: orario libero per quelli con superficie minore di 280metri quadrati, solo dalle 10 alle 18 gli altri. In Spagna e Germania vige la chiusura domenicale con deroghe, lo stesso vale per Olanda e Belgio. Caso limite la Svezia che lascia sempre la possibilità di tenere aperto dalle 5 della mattina a mezzanotte (I dati sono stati raccolti da Confesercenti). Cosa dice la legge in Italia?
In Italia dal gennaio 2012, con il decreto Salva Italia, negozi e centri commerciali hanno la possibilità di restare aperti 24 ore su 24.

Chi è a favore e chi contro?
Partiamo dai no. Si chiama Libera la domenica la campagna di Confesercenti e Federstrade con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana. Le liberalizzazioni degli orari penalizzerebbero i piccoli negozi e i dati non segnalano aumenti nei consumi: a 18 mesi dall’entrata in vigore del provvedimenti si sono perduti quasi 32mila imprese e 90mila posti di lavoro. Da Confesercenti arriva anche una proposta di legge di iniziativa popolare per regolamentare le aperture domenicali e festive dei negozi  nei centri storici delle città e le chiusure, domenicali e festive, dei centri commerciali e che vuole riportare alle regioni l’iniziativa sulle aperture domenicale. Alla Commissione Attività Produttive della Camera è stata depositata anche una proposta che chiede di limitare le liberalizzazione solo ai comuni con vocazione turistica.
 

A favore invece…
 

Il Movimento Difesa del Cittadino ha lanciato una petizione per sostenere le aperture domenicali degli esercizi commerciali che, sostengono,  in questi mesi hanno incentivato i consumi.  I dati di Federdistribuzione segnalano un 65% di italiani favorevoli alle aperture domenicali.

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